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giovedì 31 gennaio 2013

Il Kinect entra nei centri commerciali

Il sensore tridimensionale PrimeSense
Articolo originale: The Contextual Sensual CES2013

Ricordo di un importante scienziato americano che sosteneva che per capire dove stava andando la tecnologia, bastava vedere le innovazioni delle sale da bowling: presto o tardi le innovazioni che si trovavano lì avrebbero fatto capolino anche nelle aule universitarie! La battuta era ovviamente una provocazione, ma personalmente tendo a guardare con un occhio di riguardo le novità, in termini di tendenze tecnologiche, che vengono fuori dal mercato videoludico; considerando che l'acquisto di computer e console è portato avanti dai ragazzi è ovvio che le novità di quel mercato si riflettano presto o tardi nel mercato generalista.

In principio fu il PowerGlove Mattel (acquisto obbligato per chi negli anni 90 voleva fare realtà virtuale fatta in casa), venne poi la Wii e quindi quasi contemporaneamente il Playstation Move e il Microsoft Kinect: le console erano in grado di vedere o leggere i nostri movimenti nello spazio e usarli per interagire con i giochi.  La tecnologia del Kinect è opera della PrimeSense che, all'ultimo CES, ha presentato il nuovo sensore 3D e le possibili applicazioni in campo non prettamente videoludico.


Nel video si può vedere come il sensore (in realtà due sensori più un proiettore) sia in grado di percepire i movimenti all'interno del volume piramidale virtuale che ha come vertice il sensore stesso e come base il pavimento o una parete. Vengono  anche proposti due applicazioni, la prima trasforma una normale scrivania in uno schermo interattivo simile al Microsoft Surface, permettendo anche l'interazione con oggetti che si trovano sopra di essa, la seconda è più affascinante: il sensore viene posto davanti ad uno scaffale di un supermercato, grazie ad esso si può capire in tempo reale che tipo di cereali vengono acquistati e tenere un inventario aggiornato (notevole anche la heatmap che fa vedere quali prodotti sono più acquistati in base alla loro posizione sullo scaffale), non solo: il sistema si può connettere ad uno smartphone o al tablet del acquirente suggerendo le marche più vendute o le offerte speciali a parità di categoria merceologica prelevata dallo scaffale. Pensate a cosa potrebbe fare una catena di centri commerciali con sensori del genere e il considerevole numero di clienti: dallo studio dei percorsi di vendita a quello delle abitudini e dei comportamenti degli acquirenti; in fondo non è un caso se il tema tecnologico del 2013 è proprio big data, il trattamento di grosse quantità di infomazioni.

mercoledì 30 gennaio 2013

Come guardiamo un potenziale partner su Internet

Come vedono donne e uomini la stessa pagina di un sito di incontri
Articolo originaleOnline dating eye-tracking study

Nel tempo ho sviluppato un insano interesse per le heatmap, passione conseguente alla curiosità sugli studi biometrici che è consecutiva a quella  sulla realtà aumentata, a sua volta susseguente a quella sulla realtà virtuale (sì: ho tante insane curiosità!). Nel post segnalato si fa riferimento ad uno studio condotto dalla AnswerLab e da Tobii su come gli utenti osservano una pagina web di un sito di incontri (i siti di incontri e gli algoritmi di matchmaking sono un'altra insana passione). 


Lo studio includeva 39 partecipanti: 18 donne e 21 uomini ai quali prima è stato fatto indossare un apparato per tenere traccia dei movimenti delle pupille e poi  osservare delle pagine web. Il risultato? Come si vede nella foto (una heatmap appunto) le donne danno molto più peso a ciò che è scritto (presentazione, tipo di lavoro, età e prospettive) nel profilo, gli uomini invece osservano molto più attentamente le foto; benchè l'esiguo numero di partecipanti non renda statisticamente certo il risultato ottenuto è comunque interessante capire che uno stesso sito dovrebbe tenere conto delle diverse esigenze e abitudini di chi lo consulta in termini di sesso ed età. Di seguito il report originale in formato pdf

martedì 29 gennaio 2013

Quattro strategie per sopravvivere agli aggiornamenti Panda e Penguin (e aumentare il traffico del proprio sito)

Panda (di PiattiLeti - Flickr)

Prima navigavo su Internet partendo da Google, oggi scopro siti tramite Facebook, Twitter o altri blog e siti scoperti, a loro volta, tramite Facebook, Twitter o dal passaparola. Eppure la maggior parte del traffico di visitatori in entrata in un sito è ancora veicolato da Google. Le cose rimarranno sempre così? Si è già parlato degli aggiornamenti Penguin e Panda di Google. Questi aggiornamenti hanno radicalmente cambiato i risultati che le ricerche di Google fornivano per praticamente qualunque parola chiave. In questo post l'autrice, Lisa Angelettie, suggerisce alcune strategie per evitare di essere penalizzati. Traduco liberamente in italiano e sintetizzo il senso del post.

Scrive Angelettie che per molti anni molti blogger si sono limitati a seguire pochi semplici regole SEO, pubblicare un post, aspettare che Google lo indicizzasse e osservare il traffico arrivare dal motore di ricerca. Infatti molti di questi blogger avevano come fonte primaria di traffico proprio Google, ma a causa delgi aggiornamenti Panda e Penguin tutto questo è finito. Questo ha dato ragione a chi suggeriva di non dipendere  mai da una singola fonte di traffico, il problema è che la maggior parte delle persone non ha idea di come pubblicizzare il proprio sito.

Ecco quattro modi:
  1. Condividi i post sui social media: Facebook, LinkedIn, Twitter, Google+ e Pinterest si sono dimostrati ottimi catalizzatori di traffico. Assicurati che il tuo sito abbia i social button per la condivisione [avete presente i pulsantini sotto il titolo di ogni post di questo blog? Ecco quelli! n.d.A.], non trascurare comunque l'ottimizzazione verso i motori di ricerca, visto che le due cose si influenzano sinergicamente: Google tiene conto di quanto un post è stato retweettato
  2. Pubblicizza il tuo post presso una cerchia di influenza. Identifica una cerchia di persone che possono essere interessate alla lettura del tuo blog e comunicagli ogni nuovo post. Non deve essere nemmeno una cerchia numerosa, bastano poche persone, ma interessate; per esempio puoi creare un gruppo privato su Facebook, invitarle e condividere con loro ogni post.
  3. Fatti pubblicità nelle comunità di blogger. Promuovi i loro post, scrivi articoli per loro, diventa loro amico nei social media, alcune comunità molto importanti [per il mondo Anglosassone n.d.A.] sono BlogEngage.comBloggers.comInbound.orgFamousBloggers.netBlokube.com  ViralContentBuzz.com. [Per l'Italia citerei per esempio Diggita.itOKNotizie e Zic Zac n.d.A]
  4. Crea una lista di mail di lettori fedeli e annuncia loro i tuoi post.
L'articolo è sicuramente interessante, manca un solo consiglio, a mio modo di vedere, chiediti perché una persona dovrebbe leggere ciò che scrivi.

lunedì 28 gennaio 2013

Il videogioco è arte?

Il MOMA di New York (Wikimedia)

Da molti anni ormai è sorto, tra gli appassionati di videogiochi, un dibattito volto a decidere se i videogiochi possano essere considerati una forma d'arte, come il cinema o il design. Personalmente ho sempre pensato che il superare questo dibattito possa essere d'aiuto agli stessi videgame dato che ormai non hanno più bisogno di essere sdoganati presso il grande pubblico: il numero impressionante di gente che gioca a Ruzzle lo dimostra. Paola Antinelli senior curator del MoMa di New York ha implicitamente detto la sua inserendo 14 videogiochi all'interno della collezione. Nell'interessante articolo proposto una serie di riflessioni da chi i videogiochi non solo li gioca, ma li crea.

domenica 27 gennaio 2013

Come i grandi leader ispirano azione


Video originale: Simon Sinek: Come i grandi leader ispirano azione

Per la prima volta in vita mia sono seriamente in dubbio se andare a votare o meno. Nessuno dei candidati mi ispira fiducia o simpatia; probabilmente il mio è un discorso populista, ma in questo periodo di chiacchiere e urla elettorali, mi piace pensare a questo vecchio intervento di Simon Sinek, scrittore e insegnante di Strategie della Comunicazione alla Columbia University, ad un TEDx. Riporto il testo in italiano della conferenza:

Come si spiega quando le cose non vanno come vorremmo? O meglio, come si spiega quando gli altri sono in grado di fare cose che sembrano sfidare qualsiasi presupposto? Per esempio: Perché Apple è così innovativa? Anno dopo anno, dopo anno, dopo anno, sono sempre più innovativi della concorrenza. E in fondo, sono pur sempre un'azienda di computer. Sono proprio come tutti gli altri. Hanno lo stesso accesso agli stessi talenti, le stesse agenzie, gli stessi consulenti, gli stessi media. Allora com'è che sembrano avere qualcosa di diverso? Com'è possibile che Martin Luther King ha guidato il movimento dei diritti civili? Non era l'unico uomo che ha sofferto nell'America pre-diritti civili. E non era certo l'unico grande oratore del momento. Perché lui? E come mai i fratelli Wright hanno compreso il volo totalmente controllato dall'uomo quando c'erano sicuramente altri gruppi più qualificati, più finanziati, e non sono riusciti a creare il volo controllato dall'uomo, e i fratelli Wright li hanno battuti. C'è qualcos'altro in gioco.
Circa tre anni e mezzo fa ho fatto una scoperta, e questa scoperta ha profondamente cambiato la mia visione di come gira il mondo. Ed ha anche profondamente cambiato il modo in cui mi interfaccio con esso. Ho scoperto -- c'è un modello -- tutti i grandi leader che danno ispirazione e organizzazioni nel mondo, che sia Apple, o Martin Luther King o i fratelli Wright, tutti quanti pensano, agiscono e comunicano nello stesso modo. Ed è esattamente l'opposto di chiunque altro. Tutto ciò che ho fatto è codificarlo. Ed è probabilmente l'idea più semplice del mondo. La chiamo il cerchio d'oro.
Perché? Come? Cosa? Questa piccola idea spiega perché alcune organizzazioni e alcuni leader sono capaci di ispirare mentre altri non ci riescono. Lasciatemi definire i termini molto rapidamente. Ogni singola persona, ogni singola organizzazione sul pianeta sa quello che fa, al 100 per cento. Alcuni sanno come lo fanno, che la chiamiate proposta di valore differenziata o processo proprietario o Unique Selling Proposition (argomentazione esclusiva di vendita). Ma veramente poche persone o organizzazioni sanno perché fanno quello che fanno. E con "perché" non intendo "per fare profitto". Questo è il risultato. E' sempre un risultato. Con "perché" intendo: qual è lo scopo? Qual è il motivo? In cosa credete? Perché l'organizzazione esiste? Perché vi alzate la mattina? E perché dovrebbe importare a qualcuno? Bene, come risultato, il modo in cui pensiamo, il modo in cui agiamo, il modo in cui comunichiamo è dall'esterno verso l'interno. E' ovvio. Andiamo dalle cose più chiare alle cose più sfuocate. Ma i leader ispiratori e le organizzazioni ispiratrici, qualunque sia la loro dimensione, o il settore, pensano, agiscono e comunicano dall'interno verso l'esterno.
Lasciatemi fare un esempio. Uso Apple perché sono facili da capire e ci arrivano tutti. Se Apple fosse come chiunque altro, un messaggio di marketing da loro potrebbe essere di questo tipo. "Facciamo computer fantastici. Sono ben progettati, semplici da usare e intuitivi. Ne volete comprare uno?" Noooo. E questo è come comunica la maggior parte di noi. Questo è come viene fatto quasi tutto il marketing. Così si fa la maggior parte delle vendite. E in questo modo comunica la maggior parte di noi nei rapporti interpersonali. Diciamo quello che facciamo, diciamo quanto siamo diversi o quanto siamo migliori e ci aspettiamo un qualche comportamento, un acquisto, un voto, qualcosa del genere. Ecco il nostro nuovo studio legale. Abbiamo i migliori avvocati e i clienti più grandi. Siamo sempre efficaci con i nostri clienti che fanno affari con noi. Ecco la nostra nuova macchina. Bassi consumi. Sedili in pelle. Comprate la nostra macchina. Ma non ispira.
Ecco come comunica Apple. "Tutto ciò che facciamo, crediamo nelle sfide dello status quo. Crediamo nel pensiero diverso. Sfidiamo lo status quo facendo prodotti ben progettati, semplici da usare e intuitivi. E quindi facciamo computer fantastici. Ne volete comprare uno?" Completamente diverso vero? Siete pronti ad acquistare un computer da me. Tutto ciò che ho fatto è capovolgere l'ordine delle informazioni. Questo ci prova che la gente non compra quello che fate; la gente compra il motivo per cui lo fate. La gente con compra quello che fate; compra il motivo per cui lo fate.
Questo spiega perché ognuno di voi in questa stanza è assolutamente a suo agio nel comprare un computer Apple. Ma siamo anche perfettamente a nostro agio nel comprare un lettore MP3 della Apple, o un telefono Apple, o un DVR Apple. Ma come dicevo prima, Apple è solo un'azienda di computer. Niente li distingue in termini di struttura dagli altri concorrenti. I loro concorrenti sono tutti ugualmente qualificati per fare tutti questi prodotti. Di fatto, hanno provato. Qualche anno fa, Gateway ha lanciato una TV a schermo piatto. Sono assolutamente qualificati per fare TV a schermo piatto. Hanno fatto schermi piatti per anni. Nessuno l'ha comprato. Dell ha lanciato lettori MP3 e palmari. E fanno prodotti di grande qualità. E sono in grado di fare prodotti molto ben progettati. E nessuno li ha comprati. Di fatto, parlandone adesso, non riusciamo neanche a immaginare di compare un lettore MP3 della Dell. Perché comprare un lettore MP3 da un'azienda di computer? Ma lo facciamo tutti i giorni. La gente non compra quello che fate; compra il motivo per cui lo fate. L'obiettivo non è fare affari con chiunque abbia bisogno di ciò che avete. L'obiettivo è fare affari con gente che crede in ciò in cui credete. Questa è la parte più bella.
Niente di tutto ciò che sto dicendo è una mia opinione. Affonda le radici in principi di biologia. Non psicologia, biologia. Se guardate una sezione di un cervello umano, visto dall'alto, vedrete che il cervello umano è diviso i tre componenti principali che collimano perfettamente con il cerchio d'oro. Il nostro cervello più recente, il cervello di un Homo Sapiens, il nostro neocortex, corrisponde al livello "cosa". Il neocortex è responsabile di tutti i nostri pensieri razionali ed analitici e del nostro linguaggio. Le due sezioni intermedie fanno il nostro sistema limbico. E il nostro sistema limbico è responsabile di tutti i nostri sentimenti, come la fede e la lealtà. E' anche responsabile del comportamento umano, del processo decisionale, e non ha capacità di linguaggio.
In altre parole, quando comunichiamo dall'esterno verso l'interno, la gente può capire può capire una vasta serie di informazioni complicate come caratteristiche, benefici, fatti e numeri. Solo, non guida il comportamento. Quando riusciamo a comunicare dall’interno verso l’esterno, parliamo direttamente alla parte del cervello che controlla il comportamento, e quindi permettiamo alle persone di razionalizzarlo con le cose tangibili che diciamo e facciamo. Da qui provengono le decisioni di istinto. Sapete, a volte ad uno potete dare tutti i fatti ed i numeri, e lui dice, ‘ so cosa dicono tutte quei fatti e i dettagli, ma sento che non è così’ Perché si usa quel verbo, ‘sento’ che non è così? Perché la parte del cervello che controlla il processo decisionale, non controlla il linguaggio. E il massimo che riusciamo a dire è “Non lo so, sento che non è giusto” O qualche volta si dice che la decisione viene dal cuore, o dall'anima. Beh, mi dispiace rovinarvi il momento, queste non sono parti del corpo che controllano il vostro comportamento. Tutto accade qui nel vostro sistema limbico, la parte del cervello che controlla il processo decisionale e non il linguaggio.
Ma se non sapete perché fate quel che fate, ed è al perché fate quello che fate che la gente risponde, allora come potete portare la gente a votare per voi, o a comprare qualcosa da voi, o, ancora più importante, a essere leali e volere essere parte di quello che fate. Ancora una volta, l'obiettivo non è vendere a gente che ha bisogno di ciò che avete; l'obiettivo è vendere a gente che crede in quello che fate. L'obiettivo non è solo assumere persone che hanno bisogno di un lavoro; è assumere gente che crede in ciò che che credete voi. Dico sempre che, se assumete qualcuno solo perché sanno fare un lavoro, lavoreranno per i vostri soldi, ma se assumete persone che credono in ciò che credete voi, lavoreranno per voi con sangue, sudore e lacrime. E da nessun'altra parte esiste un esempio migliore dei fratelli Wright.
Samuel Pierpoint Langley (Wikimedia)

Molta gente non conosce Samuel Pierpont Langley. E tornando indietro all'inizio del ventesimo secolo, la ricerca sul volo controllato dall'uomo era come internet dei nostri giorni. Tutti tentavano. E Samuel Pierpont Langley aveva ciò che pensiamo essere, la ricetta per il successo. Intendo dire, anche adesso, chiedete alla gente, perché il vostro prodotto o la vostra azienda ha fallito? e la gente vi da sempre la stessa combinazione delle stesse tra cose, sotto-capitalizzata, persone sbagliate, cattive condizioni di mercato. Sono sempre le stesse tre cose, andiamo un pò più a fondo. Samuel Pierpont Langley aveva ottenuto 50.000 dollari dal dipartimento della Guerra per lavorare su queste macchine volanti. I soldi non erano un problema. Aveva una cattedra ad Harvard e lavorava allo Smithsonian ed aveva ottime relazioni. Conosceva tutte le grandi menti del suo periodo. Ha assunto le migliori menti che i soldi potessero comprare. E le condizioni di mercato erano fantastiche. Il New York Times lo ha seguito ovunque. E tutti facevano il tifo per Langley. Allora perché non avete mai sentito parlare di Samuel Pierpont Langley? 
Qualche chilometro più in là a Dayton, Ohio, Orville e Wilbur Wright, non avevano niente di ciò che consideriamo la ricetta per il successo. Non avevano soldi. Pagavano i loro sogni con il ricavato del loro negozio di biciclette. Non una persona del gruppo dei fratelli Wright aveva una educazione universitaria, neanche Orville o Wilbur. E il New York Times non li ha mai seguiti da nessuna parte. La differenza era che, Orville e Wilbur erano guidati da una causa, da un obiettivo, da una convinzione. Credevano che se potevano scoprire questa macchina volante, avrebbero cambiato il mondo. Samuel Pierpont Langley era diverso. Voleva diventare ricco e famoso. Era alla ricerca del risultato. Cercava la ricchezza. E sotto sotto, guardate cos'è successo. Le persone che credevano nel sogno dei fratelli Wright, hanno lavorato con loro con sangue, sudore e lacrime. Gli altri hanno solo lavorato per l'assegno di fine mese. E raccontano storie di come ogni volta che i fratelli Wright uscivano in volo, dovevano prendere cinque set di parti di ricambio, perché questo era il numero di volte che si sarebbero schiantati prima di tornare per cena.
17 dicembre 1903 primo volo (Wikimedia)

E, finalmente, il 17 Dicembre 1903, i fratelli Wright sono decollati, e nessuno era la per testimoniare. L'abbiamo scoperto qualche giorno dopo. E ulteriore prova che Langley era motivato dalla cosa sbagliata, il giorno che i fratelli Wright sono decollati ha abbandonato. Avrebbe potuto dire, "E' una scoperta fantastica ragazzi, e la migliorerò basandomi sulla vostra tecnologia", ma non lo fece. Doveva arrivare per primo, non è diventato ricco, non è diventato famoso, quindi ha abbandonato.
La gente non compra quello che fate; compra il motivo per cui lo fate. E se parlate di ciò in cui credete, attrarrete coloro che credono in ciò in cui credete voi. Ma perché è importante attrarre coloro che credono in ciò che credete? Una cosa che si chiama legge della diffusione dell'innovazione. E se non conoscete la legge, sicuramente conoscete la terminologia. Il primo 2,5 per cento della popolazione è la nostra quota di innovatori. Il successivo 13 per cento della popolazione sono gli utilizzatori precoci. Il successivo 34 per cento è la prima maggioranza, la maggioranza ritardataria e i lenti. L'unica ragione per cui la gente compra i telefoni a toni è perché non si possono più comprare i telefoni a disco.
(Risate)
Ci posizioniamo tutti in vari punti e in tempi diversi su questa scala, ma ciò che la legge della diffusione dell'innovazione ci dice è che se vogliamo il successo di massa o l’accettazione di massa di un’idea non la si può ottenere finchè non si raggiunge questo punto di svolta tra il 15 e il 18 per cento di penetrazione del mercato. Dopodichè il sistema si capovolge. E mi piace chiedere alle aziende, “Quanti convergono sui vostri nuovi business?” E a loro piace dire, “Oh, sono circa il 10 per cento”, con orgoglio. Beh, possiamo tutti "inciampare" nel 10 per cento dei clienti. Abbiamo tutti circa il 10 per cento che semplicemente "ci sta". E' così che li descriviamo giusto? E’ semplicemente come quella sensazione istintiva, “Oh, ci stanno e basta” Il problema è: Come fare a trovare quelli che semplicemente ci stanno e cominciare a fare affari con loro e non con quelli che non ci stanno? Perciò è questo qui, questa piccola differenza Che deve essere colmata, come la chiama Jeffrey Moore, “attraversare l’abisso” Perché, la prima maggioranza non proverà qualcosa finché qualcun altro non l'ha provata prima. E queste persone, gli innovatori e gli utilizzatori precoci, se la sentono di prendere queste decisioni d'impulso. Si sentono più a loro agio nel prendere queste decisioni d'istinto guidate da ciò in cui credono nel mondo e non solo in quale prodotto è disponibile.
Queste sono le persone che hanno passato sei ore in fila per comprare un iPhone il giorno del lancio, quando avrebbero potuto semplicemente entrare in un negozio la settimana successiva e comprarne uno dallo scaffale. Queste sono le persone degli schermi piatti da 40.000 dollari quando sono usciti i primi modelli, nonostante la tecnologia fosse poco sviluppata. E, comunque, non lo hanno fatto per la tecnologia. Lo hanno fatto per loro stessi. Perché volevano essere i primi. La gente non compra ciò che fate; compra il motivo per cui lo fate. E ciò che fate semplicemente testimonia ciò in cui credete. Di fatto, la gente fa le cose che testimoniano ciò in cui credono. Il motivo per cui quella persona ha comprato l'iPhone nelle prime sei ore, stando in fila per sei ore, è ciò in cui crede nel mondo, e quanto voleva che gli altri lo sapessero. Era il primo. La gente non compra ciò che fate; compra il motivo per cui lo fate.
Lasciatemi fare un esempio celebre, un fallimento famoso e un successo famoso sulla legge di diffusione dell'innovazione. Primo, il fallimento più noto. E' un esempio di pubblicità. Come abbiamo detto prima, la ricetta per il successo sono i soldi e le persone giuste e le condizioni di mercato giuste. Giusto. In queste condizioni dovreste avere successo. Guardate TiVo (registratore video digitale su disco fisso) All'epoca in cui TiVo è stato lanciato, circa otto o nove anni fa, fino ad oggi, sono l'unico prodotto di alta qualità sul mercato, non ci sono dubbi. Erano estremamente ben finanziati. Le condizioni di mercato erano fantastiche. Usiamo TiVo come se fosse l'unico. Registro roba sul mio TiVo ogni giorno.
Ma TiVo ha fatto un errore commerciale. Non sono mai riusciti a guadagnare niente. E quando è stata fatta un'OPA, il valore delle azioni era di circa 30 o 40 dollari poi sono crollate, e non sono mai state scambiate sopra i 10 dollari. Di fatto, credo che non siano mai state scambiate sopra i sei dollari, eccetto per un paio di picchi. Perché sapete, quando TiVo ha lanciato il suo prodotto, ci ha detto tutto ciò che aveva. Hanno detto, "Abbiamo un prodotto che mette in pausa la TV in diretta, evita le pubblicità, fa tornare indietro la TV in diretta e memorizza le vostre abitudini televisive senza neanche chiedervelo." E la maggioranza più cinica ha detto, "Non ci crediamo. Non ne abbiamo bisogno. Non ci piace. Ci spaventa" Cosa sarebbe successo se avessero detto, "Se sei il tipo di persona a cui piace avere controllo totale di ogni aspetto della vita, ragazzi, abbiamo un prodotto per te. Mette in pausa la TV in diretta, evita le pubblicità, memorizza le tue abitudini televisive, ecc..." La gente non compra ciò che fate; compra il motivo per cui lo fate. E ciò che fate serve semplicemente come prova di ciò in cui credete.
"I Have a Dream" (Wikimedia)

Ora, lasciatemi fare un esempio di successo della legge sulla diffusione dell'innovazione. Nell'estate del 1963, 250.000 persone si sono presentate al centro commerciale a Washington per ascoltare Martin Luther King parlare. Non avevano inviato nessun invito, e non c'era nessun sito per controllare la data. Come hanno fatto? Martin Luther King non era l'unico grande oratore in America. Non era l'unico uomo in America a soffrire in un'America pre-diritti civili. In realtà, alcune delle sue idee non erano così buone. Ma aveva il dono. Non andava in giro a dire alla gente cosa doveva essere cambiato in America. Andava in giro a raccontare alla gente ciò in cui credeva. "Io credo. Io credo. Io credo" diceva alla gente. E la gente che credeva in ciò in cui credeva lui hanno raccolto la sua causa, e l'hanno fatta propria, e l'hanno raccontata alla gente. E alcune di queste persone hanno creato strutture per portare fuori la sua parola ad altre persone. E guarda un pò, 250.000 persone si sono presentate il giorno giusto, al momento giusto, per sentirlo parlare.
Quanti si sono presentati per lui? Nessuno. Si sono presentati per loro stessi. E' ciò in cui credevano dell'America che li ha portati a viaggiare su un autobus per otto ore, stare sotto il solo di Washington in pieno agosto. E' ciò in cui credevano, non c'entrava niente il bianco contro il nero. 25 per cento del pubblico era bianco. Martin Luther King credeva che ci fossero due tipi di leggi nel mondo, quelle fatte dalle alte autorità e quelle fatte dagli uomini. E solo quando tutte le leggi fatte dagli uomini saranno coerenti con le leggi fatte dalle autorità, allora vivremo in un mondo giusto. E' successo che il Movimento per i Diritti Civili era lo strumento perfetto per aiutarlo a fare prendere vita alla sua causa. L'abbiamo seguito, non per lui, ma per noi stessi. E comunque, ha fatto il discorso "Ho un sogno", non il discorso "Ho un piano".
(Risate)
Ascoltate i politici ora con i loro piani a 12 punti comprensibilissimi. Non ispirano nessuno. Perché ci sono i leader e ci sono quelli che guidano. I leader detengono una posizione di potere o autorità. Ma coloro che guidano ci ispirano. Che siano individui o organizzazioni, seguiamo coloro che ci guidano, non perché dobbiamo, ma perché vogliamo. Seguiamo coloro che guidano, non per loro, ma per noi stessi. E sono coloro che cominciano con "perché" che hanno la capacità di ispirare la gente intorno a loro o trovare altri che li ispirino.
Grazie mille.
(Applausi)

venerdì 25 gennaio 2013

Scrivere per la pubblicità contestuale

Google Adsense Sticker (di quickonlinetips Flickr)
Google Adsense Sticker (di quickonlinetips Flickr)

Se non è scandaloso creare programmi televisivi che catturino più spettatori possibili, consci che ciò vada a discapito della qualità, perché è considerato disdicevole scrivere per la pubblicità consensuale, AdSense in questo caso?

Il discorso parte da lontano e nasce quando mi sono accorto, come molti altri, che negli ultimi tempi i risultati ottenuti da una ricerca su Google non erano di grande qualità. Il problema è noto anche a Google che recentemente ha modificato il proprio algoritmo di classificazione dei siti, penalizzando i siti di scarsa qualità o pieni di pubblicità e con poco contenuto (il famigerato aggiornamento Penguin). L'ironia della vicenda sta nel fatto che la maggior parte di quei siti ha pubblicità fornita proprio da Google attraverso il programma AdSense

Quindi Google che guadagna principalmente con i risultati sponsorizzati  (quelli che vengono visualizzati per primi, con uno sfondo leggermente diverso) è costretta da un lato a fornire i risultati a pagamento e quelli di siti che contengono le sue pubblicità a pagamento pena il fallimento, dall'altro a fornire i risultati migliori in assoluto pena l'abbandono di massa da parte degli utenti. La situazione a me pare schizofrenica o per dirla meglio è un vero e proprio conflitto di interessi.

Perché i siti si affannano ad infarcire di pubblicità i propri contenuti? Il punto è questo: non si riescono a trovare modelli di business remunerativi migliori della pubblicità contestuale (parlo della Rete). Le televisione privata vive con la pubblicità: oggi si fanno programmi televisivi che raccolgano il massimo numero di spettatori possibili, così che gli inserzionisti possano mostrare i propri prodotti al maggior numero di persone. La qualità del programma non è presa in considerazione. O meglio si fa in modo che gli introiti che reggono la baracca coprano anche le perdite che un programma più di nicchia inevitabilmente comporta.

Ci sono altri modelli di business come la sottoscrizione, cioè paghi prima e ricevi qualità: purtroppo difficilmente con le sole sottoscrizioni si coprono le spese. Lo si vede in parte nei giornali cartacei che oltre alla pubblicità, ricevono tutti finanziamenti pubblici (tranne il Fatto Quotidiano che copre al meglio la nicchia che potremmo definire antiberlusconiana e si finanzia con gli abbonamenti); lo si vede nelle TV private come HBO che però ha bisogno di un Game of Thrones per ripagare gli investimenti di un Mad Men (a questo proposito una piccola digressione, perchè su Mediaset Premium, quando vedo la partita a pagamento mi ritrovo i banner pubblicitari? Bah); lo si trova in molti siti che propongono un servizio base gratuito (ma infarcito di pubblicità) e uno avanzato a pagamento (in cui non sempre la pubblicità viene eliminata). In ogni caso la pubblicità contestuale su questi siti è presente ed è ironico notare che se nei primi casi (giornali e TV)  l'obiettivo è raccogliere lettori o spettatori, nel caso dei siti web l'obiettivo è mandarli via il prima possibile: perché si guadagna solo se l'utente clicca interessato sul link e raggiunge il sito dell'inserzionista, lasciando il sito di partenza.

In effetti non mi spiego, perché su Internet non esistano semplicemente due tipi di siti: annunci ed enciclopedie. Sarebbero perfetti per la pubblicità contestuale; invece si osservano una marea di siti stracolmi di pubblicità e il cui obiettivo non è fornirti informazioni, ma farti cliccare in maniera compulsiva nella speranza di guadagnare. Sono quei siti che cercando di interpretare il funzionamento dell'algoritmo di Google adottano tutta una serie di strategie 

Negli articoli sopra linkati, Google che divide a metà con i proprietari di siti i guadagni, fornisce alcune dritte su come ottimizzare i propri siti affinché l'utente clicchi di più sulla pubblicità (ma non lo faccia ne per sbaglio o perchè ingannata, visto che gli inserzionisti potrebbero arrabbiarsi del mancato ritorno di investimento e non comprare più pubblicità su Google!); anche qui la doppia (schizofrenica) necessità di Google viene fuori infatti i consigli forniti sono:
  1. Incrementa la copertura di pubblicità: cioè usa il massimo possibile di unità pubblicitarie permesse dal regolamento, anche se recentemente la stessa Google ha invitato a non superare il 50% di superficie della pagina.
  2. Usa i formati raccomandati: generalmente sono i più grandi, visto che permettono di mostrare, a parità di unità, più pubblicità
  3. Mostra sia immagini che testo: si era diffuso l'uso di sola pubblicità testuale visto che gli utenti sono ormai ciechi alla pubblicità con immagini (meno del 2% degli utenti clicca sui banner pubblicitari) cambiando dinamicamente il tipo di pubblicità si cerca di ovviare al problema
  4. Fai esperimenti cambiando colori del testo e dei link: sempre per combattere la cecità ai banner
  5. Posiziona strategicamente le unità: preferibilmente in alto a sinistra, visto che è la prima zona che l'occhio vede di una pagina web come dimostrano le heatmap di Google (interessanti gli studi sulle heatmap)
  6. Usare i box di ricerca del sito: in pagine dedicate potresti essere ricompensato per click su pubblicità contestuali.
Nel secondo articolo i consigli sono sulla qualità del sito (e finalmente direi)
  1. Assicurati di fornire ai tuoi utenti la migliore esperienza possibile: cioè fai un buon sito(!)
  2. La prima unità pubblicitaria presente nel codice HTML contiene le pubblicità più remunerative, fai in modo che si trovi nella posizione migliore: ricorda che più tu (webmaster) guadagni più guadagno io (Google), se metti in evidenza subito quell'unità in cui si clicca statisticamente di più potresti evitare le altre
  3. Correggi gli eventuali errori del crawler (il crawler è il programma che materialmente legge i siti e li classifica dentro Google): Google di fatto ammette che nessun algoritmo è infallibile e solo il controllo umano può correggere sviste di classificazione di un sito (avete mai notato che in ogni ricerca nei primi cinque risultati c'è sempre la voce di Wikipedia relativa? Opera solo dell'algoritmo e dell'alto valore di Wikipedia?)
  4. Crea una versione mobile del sito: il futuro è nel mobile
  5. Crea una pagina di Google+ per connetterti con gli utenti: disinteressato consiglio di collegare il sito ad una pagina sul social network di Google, ovviamente avrebbero potuto dire Facebook, ma chi ci assicura che i contenuti di Google+ non siano più rilevanti per l'algoritmo di casa?
  6. Usa DoubleClick For Publishers (DFP) Small Business: un servizio (freemium) di Google che permette di aumentare gli incassi vendendo direttamente gli spazi pubblicitari a chi vuoi tu e al tuo prezzo, riempiendoli con annunci AdSense quando sono invenduti.
Questa lunga riflessione mi porta ad una serie di domande diverse, ma in realtà connesse tra loro:
  • L'algoritmo di classificazione di Google, benché coperto da brevetti pubblicati è praticamente sconosciuto, chi controlla l'effettiva eticità delle scelte dell'algoritmo?
  • Quale può essere un modello di business di un motore di ricerca se non la pubblicità o i link sponsorizzati?
  • Quale può essere un modello di business per una enciclopedia come Wikipedia?
  • Nonostante il loro vantaggio tecnologico, possono esistere realtà alternative a Google o Wikipedia? C'è chi le finanzierebbe ed è gente seria: sono quelli che hanno finanziato Tumblr, Reddit, Disqus etc.
  • Come strutturare un sito di contenuti che sia allo stesso tempo autorevole e non perda credibilità con  le pubblicità che lo sostengono finanziariamente?

giovedì 24 gennaio 2013

AdSense e i click fraudolenti



Benché la crisi economica abbia fatto diminuire considerevolmente gli introiti pubblicitari su ogni tipo di media, la pubblicità contestuale è ancora la prima forma di guadagno per la maggior parte dei siti web. AdSense, la piattaforma pubblicitaria di Google è nota per eliminare senza preavviso (o quasi) l'account dei propri utenti sospettati di aumentare artificialmente il numero dei click. Nel video e nel post alcuni consigli dal team di AdSense su come evitare che questo si verifichi, considerando che l'esclusione è a vita. Da questo punto di vista la strategia di Google è particolare: siamo la piattaforma pubblicitaria più grande, siamo facilmente implementabili nel tuo sito, non ti costa niente e guadagni soltanto, se sgarri ti escludiamo senza pietà e senza possibilità di essere reinserito, la tua paura di essere escluso a vita ti fa rigare dritto e ci rende la piattaforma più grande. Non capisco però se è un circolo vizioso o virtuoso.

mercoledì 23 gennaio 2013

Il mobile (da leggersi mobail) in Italia

Mobile Internet (di Michael Coghlan Flickr)
Mobile Internet (di Michael Coghlan Flickr)


Quando, anni fa, comprai il mio nokia N73 e cominciai a collegarmi via internet a mail e siti vari (google o wikipedia su tutto), mi accorsi di quanta strada da fare ancora ci fosse, per garantire una comoda fruibilità del 90% dei siti anche da chi si connetteva via cellulare. Ormai gli smartphone la fanno da padrone nella nostra quotidianità, sarà la volta buona? In questo post Davide Pozzi alias Tagliaerbe fa le sue previsioni. Interessante la sua distinzione tra navigazione tramite tablet e tramite smartphone e l'accenno al Responsive Web Design. Curiosamente quando ho scelto il layout di questo blog mi sono affidato ai layout standard perché comprendono anche una versione adatta a dispositivi mobili.

martedì 22 gennaio 2013

Startup in Italia: 100 e più contatti

Ciclo del finanziamento di una startup
Ciclo del finanziamento di una startup (Wikimedia)
Articolo originale: I primi 100 (e più) contatti indispensabili per chi vuole fare startup in Italia

Gianluca Dettori ha appena pubblicato, sul sito di Che Futuro!, una lunghissima lista con oltre un centinaio di link a gruppi Facebook, organizzatori di eventi, fondi di investimento e tutto quello che dovrebbe essere utile per chi ha intenzione di creare una startup in Italia.

Non riporto il testo, visto che il post viene frequentemente aggiornato dall'autore, includendo segnalazioni pervenutegli tramite i commenti.
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