Cerca nel blog

domenica 10 marzo 2013

La curiosità muove il mondo


Video originale: La scatola dei misteri di J.J. Abrams
Articolo aggiornato dopo la pubblicazione

J.J. Abrams famoso regista cinematografico e creatore di serie Tv come Alias, Lost o Fringe, ci racconta come il suo amore per i misteri (che traspare in tutte le sue produzioni) risalga fino agli esordi di giovane prestigiatore e ad una misteriosa scatola mai aperta. Ecco la trascrizione commentata del suo intervento

Voglio iniziare oggi… ecco qui… un attimo... Ecco. Voglio iniziare parlando della struttura di un polipeptide (Risate). Molte persone mi chiedono, a proposito di “Lost”: "Che diavolo é quell'isola?" E la domanda successiva, di solito, è: "No, davvero, che diavolo é quell'isola?". (Risate)
Lost (Wikimedia)
Perché tanti misteri, cosa c'è nel mistero che mi attira tanto? E stavo pensando a questo, di cosa parlare al TED. Quando, parlando con uno dello staff del TED, chiesi: “Di cosa dovrei parlare?”, lui disse: “Non preoccuparti, sii semplicemente profondo.” (Risate) Fu un grande sollievo, per me. Quindi, grazie di essere qui. E così cercai di pensarci. E' una buona domanda: perché faccio così tanta roba che implica il mistero? E inizio a cercare una spiegazione. Inizio a pensare perché faccio tutto questo, ed ho iniziato a pensare a mio nonno.
Io amavo mio nonno. Si chiamava Harry Kelvin, era il padre di mia madre, è morto nel 1986. Era un tipo incredibile, e uno dei motivi che lo rendono incredibile era l'azienda di elettronica che avviò subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Iniziò a vendere accessori, ricambi, kit per scuole e roba simile. Era incredibilmente curioso. Da bambino lo vedevo venirmi incontro con radio e telefoni ed ogni genere di roba, e li apriva, lo svitava, e mi rivelava il funzionamento interno. Cosa che molti di noi, ne sono sicuro, danno per scontato, ma sono un gran dono per un ragazzo. Cosa che molti di noi, ne sono sicuro, danno per scontato, ma sono un gran dono per un ragazzo. Aprire una cosa e mostrare come funziona, perché, che cos'è. Sotto molti profili, è stato lo smontatore definitivo. E non solo smontava le cose, ma suscitava il mio interesse in ogni tipo di forme strane, E non solo smontava le cose, ma suscitava il mio interesse in ogni tipo di forme strane, come la stampa, la stampa delle lettere. Sono ossessionato dalla stampa, dalla serigrafia, dalla legatoria, dal fare le scatole, e quando ero un ragazzo, mettevo sempre da parte scatole e roba simile, e la scorsa notte in hotel ho messo da parte la scatola dei Kleenex, la stavo guardando, e vi dico...io... E' bella, lo giuro su Dio. Voglio dire, quando guardi una scatola, e vedi come funziona-- Rives è qui, e l'ho incontrato anni fa ad una fiera di libri, lui fa libri pop-up. Sono ossessionato dall'ingegneria della carta. Da aspetti come la piega, la stampa, il punto dove si incollano, i segni per le scritte... amo le scatole. Da aspetti come la piega, la stampa, il punto dove si incollano, i segni per le scritte... amo le scatole. E fu mio nonno a introdurmi a cose come queste. Inoltre, mi diede degli strumenti. Era così motivante, una specie di "patrono" delle mie creazioni. E mi procurò una cinepresa Super-8 quando avevo 10 anni. Nel 1976 non era normale, a 10 anni, avere accesso ad una telecamera. Ma lui fu così generoso che non ci potevo credere. Certo... la cosa fu un po' manipolata da parte mia. Lo chiamavo, e dicevo: "Ascolta, nonno... mi serve davvero, quella telecamera. Non capisci, voglio fare dei film, mi inviteranno al TED un giorno...(Risate)".
Più o meno così. E mia nonna era la migliore di tutti. Prendeva il telefono, e diceva: "Harry, é sempre meglio delle droghe. Accontentalo". Fantastica. (Risate). Così mi ritrovai ad avere questa roba, grazie al suo aiuto, e improvvisamente, a 14 anni, avevo un sintetizzatore, questo genere di roba. E questo mi permise di fare cose che avevo sempre sognato. In un certo senso, inoltre, assecondò la mia ossessione anche per altre cose, come la magia. Andavamo in questo negozio di magia, a New York, chiamato Lou Tannen's Magic-- Era un piccolo edificio diroccato in Midtown, entravi nell'ascensore, che sbucava proprio dentro al negozio. Ed era un posto magico. Così presi tutti questi trucchi da mago. Adesso vi mostrerò che genere di roba. Per esempio... E' carino, ma adesso non mi posso muovere. Ora devo stare così per il resto del talk. Però oh, c'è il mio computer lì! (Risate)
Ad ogni modo, una delle cose che ho acquistato al negozio di magia é stata questa. La Tannen's Mystery Magic Box. L'offerta della Mystery Magic Box era questa: 15$ e acquisti 50$ in magie. Il che è un risparmio. (Risate) Ora, io l'ho comprata decenni fa. E non sto scherzando. Se la guardate, noterete che non è mai stato aperta. Ma, l'ho sempre avuta. La guardavo, era nel mio ufficio, sullo scaffale, come sempre, e pensavo: "Perché non l'ho mai aperta?" E perché, allora, l'ho conservata? Perché non ho quella mania, non sono uno che tiene tutto, ma per qualche ragione questa scatola non l'ho aperta. E sentivo come se ci fosse un "segno" in tutto questo, che dovevo parlare al TED di qualcosa che non ho mai discusso prima, con cui non ho mai annoiato nessun altro. Insomma, pensai che forse c'era un segno in questo. Iniziai a pensarci. E c'era questo gigantesco punto di domanda... mi piace il suo design, per quel che vale, ed ho iniziato a pensare, perché non l'ho aperta?
E mi resi conto di non averla mai aperta perché rappresentava qualcosa di importante per me. Rappresenta mio nonno. Mi permettete di piangere al TED? Perché.. no, non piangerò (Risate). Ma il punto è che quella scatola rappresenta le infinite possibilità. La speranza. Il potenziale. E quello che amo di questa scatola, e che in un certo senso sento di mettere in tutto ciò che faccio, sono le infinite possibilità, quel senso di potenziale. E mi rendo conto che il mistero é il catalizzatore per l'immaginazione. Non sarà l'idea più rivoluzionaria del mondo, ma quando ho iniziato a pensare che forse ci sono dei casi in cui il mistero è più importante della conoscenza, ho cominciato ad interessarmi.
E così ho iniziato a pensare a Lost, ai miei lavori, e pensai... Oh mio Dio, le scatole dei misteri sono in tutto quel che faccio! Nella creazione di Lost, Damon Lindelof (che ha creato lo show con me) ed io, avevamo sostanzialmente il compito di creare questa serie con pochissimo tempo a disposizione. Undici settimane e mezzo per scriverla, trovare attori e personale, girarla, montarla, postprodurla, e farne un pilot di due ore. Non molto tempo, insomma. E quel senso di possibilità... Che aspetto potrebbe avere? Non c'era tempo per svilupparla... Son sicuro che tutti voi avrete incontrato quel tipo di persone che vi dicono cosa non potete fare, e cosa dovreste cambiare, e non c'era tempo. Così facemmo questo episodio, e per quelli di voi che non l'hanno visto, o nemmeno lo conoscono, posso mostrarvi una piccola clip dall'episodio pilota, così vedete un po' di quel che facciamo.

Claire: "Aiuto! Per favore aiutatemi! Aiutooo!"
Jack: "Tiralo fuori da lì! Tiralo fuori dal motore!"
Claire: "... sto avendo le contrazioni!"
Jack: "Sei incinta di quanti mesi?"
Claire: "Otto mesi."
Jack: "E ogni quanto le hai?"
Claire: "Non lo so, penso sia appena successo."
Jack: "Hey, hey, hey, vattene da..."
JJA: Ora, dieci anni fa, per fare tutto questo, dovevi uccidere uno stuntman. (Risate) Sarebbe stato difficile, il secondo ciak sarebbe stato un casino, quindi la cosa sorprendente fu che siamo stati in grado di fare questa cosa, e parte della questione fu l'incredibile disponibilità di tecnologia, il sapere che avremmo potuto fare ogni cosa. Voglio dire, non avremmo mai potuto farlo... ... lo avremmo potuto scrivere, ma non saremmo mai stati in grado di mostrarlo così, quindi una parte della questione è l'ispirazione che ricevo dalla tecnologia mentre creo. Mi rendo conto che quella pagina vuota è una scatola magica. Sapete? Va riempita con qualcosa di fantastico.
Avevo il copione di "Gente Comune" che continuavo a sfogliare, l'avventura di quel copione mi sorprendeva sempre, mi ispirava. E volevo provare a riempire le pagine con quello stesso spirito, pensiero, emozione. Così... io amo i computer della Apple, ne sono ossessionato. I computer Apple, come questo Powerbook... questo computer mi sfida. E' come se dicesse, scriverai qualcosa alla mia altezza? Lo sento, sono "pungolato". (Risate) E, spesso, gli rispondo: "Per oggi niente" (Risate).
Quindi un po' è questo. E quanto al contenuto, guardi alle storie e pensi, beh, che cosa sono le storie se non scatole dei misteri? C'è una domanda fondamentale... In Tv, la prima sequenza è chiamata il Teaser ("pungolo"). E' davvero un pungolo. E' la grande domanda, che ti porta dentro la narrazione. Poi, certo, c'è un'altra domanda. E ancora e ancora. Guardate Star Wars. Ci sono i druidi, che incontrano la donna misteriosa. Chi è lei? Non lo sappiamo, scatola magica! Poi incontri Luke Skywalker, c'é il droide, vedete l'ologramma, capite che è un messaggio, e lei vuole trovare Obi-Wan Kenobi. Lui é la sua sola speranza. Ma chi diavolo è Obi-Wan Kenobi? Scatola magica! Poi lei incontra Ben Kenobi, Ben Kenobi é Obi-Wan Kenobi...cavolo! Quindi ci trattiene... (Risate) Voi non l'avete visto? (Risate) E' incredibile! Comunque...
Quindi c'è questa cosa delle scatole misteriose che ha iniziato a pungolarmi poi c'é il mistero in termini di immaginazione, il "trattenere l'informazione". Sapete, farlo intenzionalmente é molto più impegnativo, come nello "Squalo" di Spielberg. Se lo squalo meccanico avesse funzionato, non sarebbe stato così spaventoso, avresti visto troppo. In "Alien" non hanno mai mostrato l'alieno, ed è terrificante! Anche in una commedia romantica, "Il laureato", hanno questo appuntamento, ricordate, e sono nella macchina, ed il volume é alto, e così coprono le voci, sono dentro, non senti niente di quello che dicono! Non senti una parola! Ma é l'appuntamento più romantico mai visto. E ti piace proprio perché non senti nulla. Quindi, per me, si tratta di quello.
E poi c'è anche questa idea, questa versione un po' "forzata" di scatola misteriosa come rapporto tra quello che ti aspetti e quello che ottieni davvero. Ed é vero in così tante storie, tanti film. Pensate ad "E.T.", per esempio, questo incredibile film... su cosa? E' su un alieno che incontra un bambino. giusto? Beh, no. E.T. parla di un divorzio. Di una famiglia distrutta da un divorzio doloroso, e alla fine di questo ragazzo che non trova la sua strada. Die Hard! Un film folle, grandioso, divertente, di azione, in un edificio... No, è su un tipo che è in procinto di divorziare. Arriva a L.A. con la coda tra le gambe. Ci sono delle grandi scene, magari non le scene più drammatiche in assoluto della Storia, ma scene davvero belle. C'è un'ora e mezza di definizione del personaggio prima di arrivare alle cose che ti aspetti. 
Quando guardi un film come "Lo squalo", la scena che ti aspetti è .. ce l'abbiamo? Queste sono il tipo di scene che vi ricordate, e vi aspettate, da "Lo squalo". Lei sta per essere mangiata, c'è uno squalo. "Lo squalo" è, in realtà, un film su un tipo che sta ridefinendo il suo posto nel mondo-- la sua virilità, la sua famiglia, come gli andranno le cose in questa nuova città. Questa é una delle mie scene preferite in assoluto, ed è una scena a cui di solito non si pensa quando si ricorda "Lo squalo", ma è una scena incredibile.
Padre: "Vieni qui. Dammi un bacio."
Figlio: "Perché?"
Padre: "Perché ne ho bisogno."
JJA: Andiamo! "Perché? Perché ne ho bisogno." La miglior scena in assoluto, vero? Quindi pensate a "Lo squalo"... Sono queste le cose, come l'investimento sul personaggio, che si trovano dentro la scatola. Ecco perché quando si fanno dei sequel, o si taglia qualcosa, nei film di genere, spesso si taglia la cosa sbagliata. Non si vuole tagliare lo squalo, o il mostro, ma il personaggio. La roba che conta davvero. Guardate dentro voi stessi e immaginate cosa c'è dentro di voi, perché alla fine, lo sapete che noi tutti siamo scatole dei misteri. E anche quello è un aspetto.
Poi c'è la distribuzione. C'è forse una scatola dei misteri più grande di un cinema? Vai al cinema, sei così esaltato dal vedere una qualunque cosa, il momento in cui le luci si abbassano spesso é il momento migliore... E siete pieni di quella sorprendente sensazione di anticipazione esaltata, e spesso il film è così così e sta procedendo, e poi qualcosa succede e tu "Oh", poi capita qualcos'altro, e tu "Mmmh" Ma quando è un grande film, ne prendi parte perché sei disposto a dedicartici.
Quindi, per me, qualunque cosa sia, che sia una TV, che sia un iPod, un computer, un cellulare... é curioso, io sono, come ho detto, un fanatico della Apple, e un giorno, circa un anno fa, mi iscrissi al keynote di Steve Jobs, come ogni anno. Steve Jobs presentava l'iPod video, e cosa c'era sull'enorme iPod video dietro di lui? "Lost!" Non lo sapevo! E capii, cavolo, ho chiuso il cerchio. La tecnologia sta usando le cose che ho fatto io, ispirato dalla tecnologia, per vendere tecnologia-- voglio dire, è folle! (Risate)
Volevo mostrarvi un paio di altre cose, ma le salterò. Vi mostro una sola altra cosa, che non ha nulla a che vedere col resto. Questa è una cosa on line, non so se l'avete mai vista prima. L'hanno fatta sei anni fa. Questa è una cosa visibile online realizzata da gente che già aveva qualche esperienza con gli effetti visivi. Ma il punto era che stavano lavorando con "scatole dei misteri" che ormai hanno tutti. che stavano lavorando con "scatole dei misteri" che ormai hanno tutti. Mi rendo conto che tutti, oggi, hanno accesso a quello che mio nonno mi ha donato da bambino. Non vi serve mio nonno, anche se vi sarebbe piaciuto averlo. Ma devo dirvelo: questo è stato fatto con un computer Quadra 950 (la risoluzione è un pochino bassa) e il software Infinity, che hanno smesso di fare 15 anni fa. E sono cose della stessa qualità che ho visto uscire da Hollywood.
La grande domanda è: "Cosa verrà dopo?" Perché adesso la cosa è democratizzata. Ora la creazione di media è ovunque. La roba che da bambino sono stato fortunato ad avere, implorando, oggi è ovunque. E c'è un incredibile senso di opportunità là fuori. E se penso ai filmaker là fuori, che sarebbero stati ridotti al silenzio (e che sono stati ridotti al silenzio, in passato) beh, è molto esaltante. ridotti al silenzio (e che sono stati ridotti al silenzio, in passato) beh, è molto esaltante.
Nel corso delle lezioni, conferenze ecc, ero solito dire, a qualcuno che voleva scrivere: "Vai, scrivi! Fai la tua cosa. Sei libero, non ti servono permessi per cominciare a scrivere." Ma ora posso dire: "Vai a fare il tuo film! Non c'è nulla che ti trattenga dall'andare la fuori e prendere la tecnologia. Puoi affittare, prendere a prestito, comprare roba buona quanto quella usata dagli, tra virgolette, "autorizzati". buona quanto quella usata dagli, tra virgolette, "autorizzati". E' sempre meglio allargare l'accesso alle opportunità. E mi sento come se ci fosse un'immensa opportunità di vedere cosa c'è là fuori.
Beh, quando ho fatto Mission Impossible III, avevamo degli effetti speciali incredibili. ILM ha realizzato gli effetti, era una cosa incredibile. Era il mio sogno farne parte.  E ci sono un paio di sequenze nel film, come queste due che vi mostrerò. C'é questa.
OK, ovviamente ho un'ossessione per le esplosioni spettacolari. Ma il mio effetto visivo preferito è quello che sto per mostrarvi. Ed é una scena in cui il personaggio di Tom si sveglia, è intontito, è impazzito, il tipo arriva, gli infila una pistola nel naso e spara una capsulina nel cervello che farà scoppiare più tardi per ucciderlo, da bravo cattivo.
Cattivo: Buon Giorno.
JJA: OK. Quando girammo quella scena, eravamo lì a farla, l'attore che aveva la pistola, un attore inglese, Eddie Marsan, un tipo dolcissimo, continuava a tenere la pistola e a metterla nel naso di Tom, e stava ferendo il naso di Tom. E l'ho imparato molto in fretta, nella mia carriera: non ferire il naso di Tom (Risate). Ci sono tre cose da non fare: la seconda è non ferire il naso di Tom. Eddie ha questa pistola, ed è un grande, un ragazzo inglese davvero dolcissimo, ma era tipo: "Scusami, io non voglio ferirti, ma devi... dobbiamo farlo sembrare realistico". E mi resi conto che dovevamo fare qualcosa, perché non stava funzionando. Ripensai a quello che avrei fatto usando la super-8 di mio nonno, in quella stanza, e capii che le mano non doveva per forza essere di Eddie. Poteva essere quella di Tom. Tom avrebbe saputo quanto a fondo spingere senza farsi male.
Quindi gli prendemmo la mano, la dipingemmo per farla assomigliare a quella di Eddie, la mettemmo nella manica di Eddie, e così la mano che vedete, ve la mostrerò ancora, è quella di Tom, non di Eddie. Quindi Tom recita due parti! (Risate) E non ha chiesto un dollaro in più. Rivediamola. Eccolo, si sta svegliando, é stanco, ne ha passate di tutti i colori...  La mano di Tom. (Risate) Comunque. Quindi. Grazie. Quindi non vi serve l'ultimo grido della tecnologia per fare cose che funzionino nei film, e la scatola dei misteri, in omaggio a mio nonno, resta chiusa. Grazie. (Applausi)

Nessun commento:

Posta un commento

Non sono consentiti commenti anonimi; qualunque commento che reputerò maleducato, di spam o che non tiene alto il livello della discussione verrà cancellato. A mio insindacabile giudizio.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...